Dal calcio totale al tiki-taka: il nuovo volto del calcio moderno.

Intorno alla fine degli anni’60 alcuni dei più noti club olandesi ( Ajax, Feyenoord), fino ad allora di secondo piano , iniziarono a dominare ed imporsi sul palcoscenico calcistico europeo portando così alla ribalta quello che era un modo di giocare per l’ epoca rivoluzionario; un nuovo sistema di gioco veloce e dinamico basato più che mai sulla rinuncia ai ruoli fissi, in favore di un rapido movimento continuo dei singoli giocatori. I difensori si spingono all’ attacco, gli attaccanti ripiegano anche in difesa. “Siamo attaccanti che difendono, siamo difensori che attaccano“, così difatti recitano le parole di un celebre motto divenuto più che mai l’ emblema del calcio olandese dei primi anni ’70.

Germania. Mondiali di calcio 1974. Una squadra vestita d’ arancione incanta il mondo attraverso questo suo stile di gioco rivoluzionario e mai visto prima. E’ l’Olanda del calcio totale, Il totaalvoetbal che ha scritto la storia dei tulipani e li ha visti salire in cattedra come i nuovi inventori di una tattica di gioco che rompeva con i tradizionali schemi, fin troppo vincolanti e lasciava pian piano trasparire la nascita di un calcio ” nuovo”, che di lì a poco si apprestava a cambiar il volto dell’ intero panorama calcistico mondiale.

Rinus Michels , all’ epoca C.t dei tulipani nel mondiale tedesco , può esser considerato uno dei principali fautori di questo vero e proprio “sconquasso tattico”. Contando sulla disponibilità di ottimi giocatori, tra i quali spiccano i nomi di Neeskens, Krol e soprattutto il talentuoso Cruijff, la tattica di Michels prevedeva di allargare il campo in fase offensiva e al contrario rimpicciolirlo in fase difensiva in modo da rendere più difficile la penetrazione degli avversari nella propria metà campo. La creazione degli spazi è infatti una delle componenti fondamentali e necessarie per applicare la tattica del calcio totale. Tuttavia solo la capacità di sfruttare al massimo ogni spazio del rettangolo da parte dei singoli giocatori, rende possibile la buona riuscita di questa nuova tattica.

Al di là di tutto il calcio totale è stato anche il primo stile di gioco ad applicare sistematicamente il pressing e la tattica del fuorigioco. Tramite il pressing, la squadra di Michels fu la prima a promuovere scambi di posizione tra i giocatori di linee diverse. L’obbiettivo primo era quello di scardinare le difese avversarie attraverso una sorta di attacco di massa , che vedeva impegnati per la prima volta anche gli stessi difensori nell’ accorciar gli spazi cercando di fornire alla squadra ulteriori opzioni d’ attacco. Quello che si attuava in sintesi, era un pressing asfissiante a tutto campo che la difesa seguiva in maniera regolare, portando automaticamente la linea difensiva ad attuare la famosa “trappola del fuorigioco”. Il pressing a tutto campo infatti ha anche l’ effetto di mantenere la squadra corta favorendo sia gli inserimenti offensivi che i ripiegamenti difensivi. Così facendo anche l’estremo difensore (il portiere) assumeva un ruolo importante, operando quasi come un libero e mantenendosi quindi pieno controller  dell’ area di rigore sia con le mani che con i piedi.

Tale meccanismo si rivelò una novità assoluta a livello mondiale e portò naturalmente ad un ritmo di gioco più elevato. Non poche di fatto furono le avversarie di quell’ olanda, che nel mondiale del 1974 totalmente spiazzate da questa nuova invenzione furono costrette ad arrendersi alla superiorità della nazionale di Michels , ben presto soprannominata l’Arancia meccanica.

In quel mondiale gli orange si sbarazzarono agilmente di Uruguay, Svezia e Bulgaria nel primo girone. A farne le spese sarà poi l’ Argentina totalmente asfaltata da un 4-0 finale che non lascerà spazio a commenti, se non quello che testimonia il netto divario tra le due contendenti. Neppure Germania Est ai quarti e Brasile in semifinale, sembrarono impaurire la macchina da gol arancione che di fatto proseguì il suo cammino dritta alla finale del 7 luglio contro i padroni di casa della Germania Ovest. Prima di quella finale , gli orange avevano messo a segno ben 14 gol in 6 partite ed 1 solo subito. Con questo ruolino di marcia si presentavano perciò come gli assoluti favoriti davanti a qualsiasi pronostico. L’ inizio della partita sembra annunciare un monologo arancione, contraddistinto da un intenso possesso palla, volto a far stancare ed innervosire l’ avversario. Dopo neppure 1’minuto di gioco , i tulipani si portano in vantaggio grazie ad un rigore ben finalizzato da Neeskens. I tedeschi si trovano incredibilmente sotto e devono ancora toccare il pallone. La Germania però non demorde e grazie al suo stile di gioco ordinato trova il pareggio al 26′ con un rigore trasformato da Breitner. Forti del pareggio Muller e compagni si spingono all’ attacco e al 44′ proprio l’ attaccante in forza al Bayern di Monaco trova uno spiraglio nell’ area olandese e manda la sfera nel sacco. E’ 2-1! Gli olandesi, colpiti nel segno, appaiono stanchi e non riescono più ad imporre il loro stile di gioco innovativo. La rivoluzionaria olanda viene sconfitta proprio nella partita più importante del torneo. Nonostante la sconfitta, ciò basterà, per portare quella nazionale a scrivere un pezzo di storia del calcio mondiale. Il suo stile di gioco infatti sarà presto ricalcato dai tecnici di tutto il mondo e con la sua velocità getterà le basi del calcio contemporaneo.

 

La storia è fatta per esser cambiata. Quella di uno dei più popolari ed eccezionali sport del mondo no! Non quella del calcio! che piena di legami, affonda proprio nel passato le sue radici fondamentali proprio come testimoniano le parole di un vecchio proverbio” Il calcio del futuro è da ricercare nel passato“.Se si parlava di totaalvoetbal nei primi anni 70 , oggi  nel 2014 si continua a parlare di una filosofia che molto assomiglia a quella coniata dagli olandesi, ma che getta le sue basi tra le calde mura e i campi di gioco spagnoli. Tale filosofia risponde al nome di Tiki -taka ed è spesso considerata l’ evoluzione latina del calcio totale made in holland. Di fatto il totaalvoetbal attuato da Cruijff e compagni può esser considerato come il primo step, il seme che oggi ha fatto fiorire la nascita di questo nuovo stile di gioco. Il Tiki -taka è come appena detto, principalmente associato al calcio spagnolo del nuovo millennio, in particolare al Barcellona di Josep Guardiola che come Michels, ne indossa i panni di vero fautore. Guardiola per primo ha rielaborato la filosofia del calcio totale e come ci rivela Sandro Modeo, l’ex c.t dei blaugrana sembra di fatto aver prelevato da ognuno dei suoi allenatori un segmento utile per la ricostruzione di una ” nuova” orchestra. Da Van Gaal la possibilità di contrarre – espandere lo spazio ed il tempo sfruttando ogni angolo di campo, fino ad usare il portiere come “sponda”.Da Cruijff l’ossessione per la tecnica e le tattiche offensive. Così dopo lunghi anni, il calcio totale lascia spazio al tiki taka, l’allievo Barcellona ha superato il maestro Ajax, la Spagna ha rimpiazzato l’Olanda al centro dell’ universo calcistico mondiale.

Questo sistema di gioco che ben si adatta alla natura “fine”del calcio spagnolo, è caratterizzato da una fitta ragnatela di passaggi rasoterra, volti ad imporre il proprio possesso palla costringendo pertanto l’ avversario ad inseguire la sfera fino a stancarsi.

 

“Ricevo la palla, passo, ho la palla, passo, ho la palla, passo” questo è in sintesi il concetto che meglio descrive lo sviluppo di questa tematica di gioco. Un possesso palla estenuante, una sorta di ping-pong condito talvolta da sprazzi di estro e fantasia.

Per precisare, in tale schema di gioco, il possesso è mantenuto principalmente per vie orizzontali. Ciò lascia facilmente intuire che le verticalizzazioni sono limitate soltanto ai momenti in cui capita di riuscir a trovare nitidi spazi tra le linee. Tuttavia, se da un lato la filosofia spagnola trae le sue origini dal calcio totale e per certi aspetti vi somiglia, dall’ altro mostra un’evidente differenza. Mentre il totaalvoetbal era basato su una completa mobilità e libertà dei giocatori,che mostravano una maggiore potenza fisica, il tiki -taka invece si adatta chiaramente alla non -fisicità dei players e del calcio spagnolo. Infatti viene spesso considerato l’ antitesi del calcio fisico ed è quindi associato a talento, agilità e creatività. Uno stile di gioco innovativo, che ha visto un’ ulteriore evoluzione nel mondo di questo sport. E’ grazie al tiki -taka infatti che si esprime una costante rinuncia alle prime punte e si rivaluta l’ idea del “falso nueve”, ovvero un centrocampista di ruolo dotato di buoni tempi di inserimento, elevato tasso tecnico e ottima visione di gioco. Segnato dai numerosi trionfi dei blaugrana e della nazionale spagnola , vincitrice negli ultimi 6 anni di un mondiale (2010) e ben due europei (2008-2012), il tiki-taka sembra confermarsi oggi la tattica da battere. Ma chissà che nuove sorprese non siano pronte a bussare alle porte dell’atteso mondiale brasiliano.

 Andrea  Capolli .