La Freddezza dell’illusione.

Villarreal recuerda con una foto de Riquelme la noche que pudo cambiar la  historia | TN

Potrei cominciare ,come accade nelle grandi storie di navigazione , esaltando in modo fiabesco le gesta e le imprese dei grandi traghettatori. Cavalcano impavidi mari e oceani ostili alle loro volontà, poi improvvisamente raggiungono traguardi e mete inaspettate. Quello che hanno lasciato alle spalle naturalmente, resta un bellissimo ricordo divenuto presto leggenda.

Ve la ricordate la leggenda del Sottomarino Giallo?

No, non vi confondete, in realtà non sto parlando di nessun tipo di sommergibile o imbarcazione subacquea, ma i veri nostalgici e amanti della pelota ricorderanno subito, che questo nomignolo è da accostarsi ad una formazione iberica che toccò, nei primi anni del 2000, l’apice della sua gloria, consacrandosi come un assoluta sorpresa .

Il Villareal infatti, riuscì incredibilmente a passare, in pochi anni, dalla seconda divisione spagnola ai fasti dell’ Europa, divenendo protagonista. Eppure in quella rosa, non figuravano nomi d’ eccellenza , fatta eccezione per colui che è stato un leader indiscusso del calcio sudamericano: Juan Roman Riquelme.

Il talento argentino è il capitano ed è osannnato da tutta la città come un vero e proprio Dio. Intorno a lui ruota una squadra di forte impronta sudamericana, (Arruabarrena, Sorìn , Forlán, Cazorla) che si affaccia per la prima volta nella Liga nel 1998. Di lì a poco vivrà , gli anni più incredibili della sua storia.

Uživatel total Barça na Twitteru: „Villarreal 2005: Sorin. Forlan.  Riquelme. Cazorla. What a team this was. https://t.co/3dSWnx1qBs“ / Twitter

La vera svolta arriva nel 2004 , quando l’allora presidente Roig Alfonso, decide di dare un volto nuovo alla panchina dei canarini ingaggiando Manuel Pellegrini, all’epoca CT emergente proveniente dal River. Che le cose girassero perfettamente, lo si era subito visto dalla conquista del terzo posto in Liga , dopo aver condotto un campionato nettamente al di sopra delle aspettative. Si approda di diritto in Champions League e questo storico traguardo già profuma d’impresa.

La cavalcata del Sottomarino Giallo alla coppa dalle grandi orecchie comincia con il preliminare, dove ha eliminato l’Everton. Si conferma avversario duro conquistando sorprendemente anche il primo posto del gironcino davanti a colossi come Benfica , Lille e il Manchester United di Sir Alex Ferguson. Agli ottavi di finale, superano con due pareggi, gli scozzesi del Glasgow Rangers e s’ imbattono nell’Inter di Roberto Mancini ai quarti di finale. Sconfitta a Milano per 2-1 e vittoria casalinga per 1-0 , ma la rete di Forlán in trasferta garantisce agli uomini di Pellegrini il conseguente passaggio del turno.

La semifinale, pone davanti un’avversario affermato quanto ostico. L’ Arsenal del filosofo Wenger, che aveva già eliminato Real Madrid e Juventus proverà a fermare il cammino dei canarini. Gli inglesi dal canto loro erano i grandi favoriti e vantavano una rosa zeppa di campioni come: Dennis Bergkamp, Thierry Henry , Sol Campbell , Fredrik Ljungberg e tanti altri.

La gara di andata si gioca ad Highbury Park, nello storico tempio dei Gunners e i padroni di casa vincono con il minimo scarto (1-0) . Dunque tutto aperto per la partita di ritorno, che si gioca in un Madrigal esaurito e sognante.

La partita, resta equilibrata per quasi tutti i novanta minuti con gli inglesi che resistono alle incursioni dei padroni di casa. All’88 minuto di gioco Clichy commette un ingenuità in area di rigore e atterra José Mari. Per il direttore di gara , nessun dubbio e con il fischietto in bocca non esita ad indicare il dischetto.

E’ il momento cruciale della gara. L’ episodio che ha stimolato la mia penna. Ricordo bene Riquelme che bacia ed esorcizza il pallone prima di addossarsi la responsabilità di calciare. In quei secondi preziosi, l’argentino ha in mano il sogno di una città. Un silenzio assordante , nella sua testa, prima di possibili ed interminabili urla di gioia o al contrario, una quiete funesta che avrebbe rovinato del tutto la serata.

Ma quella notte, nonostante il coraggio, il destino aveva deciso che ad andare in finale sarebbero stati gli inglesi. Nella preparazione di quel calcio di rigore la pressione è enorme. Roman calcia un tiro a mezza altezza sul quale Lehmann si avventa senza molta difficoltà ,spegnendo definitivamente le luci al Madrigal .

Arsenal - Villareal: Lehmann e quel rigore parato a Riquelme - Il Calcio a  Londra

La freddezza di un calcio di rigore è così diventata illusione. Non si può più sperare l’insperabile ed il dolore finale dell’eliminazione fa da contro altare all’entusiasmo di inzio gara. Al triplice fischio, Riquelme il leader indiscusso di quella squadra, sgattaiola via verso gli spogliatoi, senza alzare la testa , come se inconsciamente volesse liberarsi del ricordo di una notte piena di sconforto. ” Una noche para olvidar”, avrebbe poi detto.

Il peso di quel tiro dal dischetto in realtà non lo ha mai lasciato nel corso degli anni e nel 2021, in occasione di una reunion con i protagonisti di quel Villareal affermò: ” Non ho mai più riguardato quel rigore, l’ho portato con me , senza però mai riuscire a dimenticarlo”.