“La scalata verso l’Olimpo.”

La storia porta con sé ricordi e nostalgie. Spesso tendiamo ad associare la parola storia ai libri di scuola, non considerando che ovunque e nella vita di tutti giorni ci sono frammenti di essa. Cosi è anche nello sport.

In questo capitolo volevo soffermarmi su un particolare momento, forse meglio dire trionfo, che ha segnato senza dubbio la storia del calcio.

Il 12 giugno 2004 segna la data d’inizio della 12 edizione dei campionati europei di calcio, per la prima volta ospitati dal Portogallo.

La partita che inaugura il torneo vede affrontarsi la nazionale di casa contro la debuttante compagine ellenica. Nessuno poteva immaginare che quella di fatto sarebbe stata la finale di euro 2004.

Ancora più difficile forse credere che per la prima volta nella storia di questo sport, la nazionale greca avrebbe conquistato il tetto d’europa.

La partita d’inaugurazione segna subito un campanello d’allarme per i lusitani che escono dal rettangolo sconfitti per 2 reti a 1.

Nel secondo incontro il Portogallo batte i russi per 2 a 0 mentre i greci continuano a stupire strappando addirittura un pareggio contro la corazzata spagnola. Grazie alla vittoria conquistata nel terzo incontro a spese della Spagna, i lusitani non tradiscono le aspettative aggiudicandosi con 6 punti la vittoria del girone e il passaggio ai quarti. Resta ancora tutto in bilico per la Grecia che deve rimandare i festeggiamenti all’ultima giornata, nella partita contro la Russia.La Spagna dal canto suo , dopo la sconfitta subita dai cugini portoghesi resta concentrata e ripone le proprie speranze di qualificazione proprio sul risultato di Grecia -Russia. I russi vanno in doppio vantaggio ma a 2′ minuti dal termine gli ellenici mettono a segno la rete che che consente loro, pur avendo perso, di pareggiare la differenza reti con la roja ed a sorpresa eliminarla. Sulle ali dell’ entusiasmo la Grecia , guidata dal suo capitano Theodoros Zagorakis si prepara a compiere una delle imprese più grandi di sempre.

24 giugno 2004 . Quarti di finale . Il Portogallo affronta l’Inghilterra mentre il giorno seguente la Grecia dovrà vedersela con Zidane e compagni . Prima  El Estadio da Luz e poi el Estadio José Alvalade saranno il palcoscenico ideale di due notti magiche e piene di sorprese.

Nella prima partita , gli inglesi passano in vantaggio dopo soli 2’min. I lusitani non demordono e acciuffano il pari a 7’min dallo scadere del tempo regolamentare. Si va ai supplementari . La tensione aumenta.  Al 110′ Rui Costa trova il gol del vantaggio che fa sognare la nazionale di Scolari. Ma Lampard non ci sta, e pareggia i conti 5′ min dopo. I calci di rigore di fatto decreteranno la prima semifinalista. Sotto gli occhi dei 62’000 spettatori , a salire in cattedra è il portiere Ricardo che prima para il tiro di Vassel e poi realizza il rigore definitivo, che manda il Portogallo diritto alle semifinali.

Non tanto più facile è l’ avversario che ostacola la Grecia nel cammino verso il sogno chiamato “Finale”. Zidane e compagni dopo l’ ultimo titolo europeo conquistato nell’ edizione del 2000 , appaiono determinati a riconfermare la  supremazia transalpina nel continente. La partita però si rivela piuttosto noiosa con entrambe le squadre che si limitano a cercar di non subire reti.

Al 65′ minuto però la stella ellenica Angelos Charisteas  lasciato solo in area , vola più alto di tutti sul cross di Zagorakis , impattando di testa e spezzando così il sogno francese.Grecia in semifinale .Un paese intero in delirio. Comunque vada la nazionale ellenica aveva raggiunto già uno dei suoi traguardi storici. Mai nella storia di questo sport infatti era accaduto che la nazionale dei guerrieri fosse riuscita in simili imprese.

In semifinale si respira un clima diverso. Gli ellenici ad un passo dal sogno provano a giocare un brutto scherzetto ai favoriti della Rep.Ceca.Si gioca ad Oporto , all’ Estadio  do Dragao e  negl’ occhi del c.t Otto Rehhagel si legge l’emozione e la determinazione di chi fino all’ ultimo continua a contemplare la porta dell’ Olimpo. Un sogno impossibile? Non adesso.Non ora che si era giunti fin qui.

I 90′ minuti si chiudono a reti inviolate giungendo quindi ai tempi supplementari con la regola del silver goal. Il sogno greco diventa realtà al 105′ quando Dellas , sugli sviluppi di un calcio d’ angolo ,trova il modo di scardinare la difesa ceca con un colpo di testa che non lascia scampo a  Čech e compagni. E’ finale! Le facce incredule dei tifosi cechi e i volti gioiosi dei giocatori ellenici e della loro tifoseria lasciano facilmente intuire quanto questo sport sia pieno di opposti.La gioia e la delusione. La vittoria e la sconfitta. Il gatto ed il topo. A quanto pare però non sempre è il gatto a giocare col topo.

Nell’ altra semifinale i lusitani liquidano 2-1 l’ Olanda di Van Nistelrooy e strappano il biglietto per la finale di Lisbona.

4 luglio: Portogallo e Grecia si ritrovano contro 22 giorni dopo la gara inaugurale del torneo: questa volta in palio c’è la conquista del titolo.Si respira un’ aria magica. Charisteas contro Ronaldo. Scolari contro Rehhagel.

Tra le file portoghesi , è forte la voglia di riscatto e il desiderio di raggiungere l’ ambito trofeo tra le mura amiche.  Dall’ altra parte la Grecia nelle vesti del “piccolo sognatore” che  spera di coronare un sogno, forse anche più grande di lei. Partita equilibrata con le due squadre che si studiano per l’intera frazione del primo tempo , senza mai azzardare o come si dice in gergo fare il passo più grande della gamba.

La seconda frazione , seppur difficile da credere, vede gli ellenici più brillanti .

57’Minuto calcio d’angolo battuto da Basinas, ancora una volta il goleador ellenico Charisteas svetta su tutti e deposita il pallone alle spalle dell ‘ incolpevole Ricardo. L’incubo ellenico sembra materializzarsi di nuovo per i lusitani che insistentemente cercano il pareggio , senza però riuscire a conseguirlo. La Grecia è campione!La storia  probabilmente a volte è già scritta. Quella notte sul cielo di Lisbona c’ era scritto “Hellas”. Allora forse l’olimpo non era poi così irraggiungibile.

Andrea Capolli.