Se c’è una tradizione che ci accompagna fin dalla nostra adolescenza, questa è la partita di calcetto. Rituali che si ripetono ogni volta sempre con la stessa cadenza e sfide che si rinnovano con sempre maggiore spirito di rivincita o di supremazia.
Il calcetto è uno di quegli sport dove quando perdi sei convinto che se la rigiochi subito la vinci. Non c’è mai (o quasi mai) una vera ammissione di arrendevolezza. Nelle dinamiche che portano a giocare la partita il copione è sempre lo stesso: ci sono i due capitani che solitamente sono i due “occulti” antagonisti e che fanno le convocazioni. Apparentemente si tratta di partite tra amici ma in realtà è la classica situazione dove si diverte solo chi vince mentre chi perde è soggetto agli sfottò fino alla prossima occasione. E’ un gioco che non ha età e che coinvolge un po’ tutte le generazioni.
Io e Bruno Alecs ci siamo conosciuti poichè entrambi abbiamo la passione della scrittura e del calcio. Una serie di circostanze ci hanno fatto incontrare ed anche se nessuno dei due lo dice è convinto di saperne più dell’altro.
Ci sembrava perciò doveroso chiudere il 2019, emancipando ancora di più la nostra amicizia, organizzando la classica partita di calcetto di fine anno.
Nel fare le convocazioni ci siamo dati una regola semplice ad entrambi ovvero: chiamare quei calciatori (in attività o meno) in linea però con il nostro modo di interpretare il calcio.
Una chiave nostalgica ,per me , Robert, che riporta sul rettangolo e interpreta pienamente i valori di un calcio nostalgico. Un calcio totalmente opposto ai tempi odierni dove i giocatori indossano e si fanno portatori dei valori sani del futbol: attaccamento alla maglia , voglia di far divertire. Dove anche i fuori classe si chiamano ancora fantasisti e non brand. Un calcio libero e non vincolato dai troppi tatticismi che come oggi ne soffocano la magia .
Una sorta di B-side per Bruno, che ha sempre avuto a cuore le storie più difficili, di quelli che non sono delle stelle ma convivono con le stelle senza averne nè la classe nè la capacità innata di emularle se non per una sera e per puro caso. Magari succede proprio in questa partita.
I CONVOCATI:
In Porta
Bruno Alecs: Mirante – Gli affido tranquillamente la porta. I 3 metri di larghezza ed i 2 di altezza non gli possono fare paura è troppo esperto e concentrato.
La sua convocazione è un premio alla carriera di un onesto mestierante dei pali che in modo del tutto silente è riuscito oggi a far si che non solo mi accorgessi di lui ma addirittura mi accorgo di volergli bene.
Basterebbe ripetere in questa partita le buone prestazioni che sta facendo alla Roma per puntare seriamente ad avere un’ottima solidità difensiva. E’ il classico esempio di come l’umiltà ed il mantenere un basso profilo sono atteggiamenti che pagano. Sei dei nostri.
Robert Billy: Gianluca Pagliuca – quel bacio di Pasadena nella finale del mondiale 1994 resta uno dei gesti idillici del calcio difficili da dimenticare.
Un simbolo di quell’edizione, un gesto di devozione a chi in quell’istante ha evitato che il sogno sfumasse fin troppo presto. La sua convocazione è un omaggio alla sua carriera, un premio a chi è riuscito a farmi ricordare che anche tra i pali si può essere eterni romantici. A lui affido le chiavi della porta di questa squadra.
Un difensore puro per parte
Bruno Alecs: Josè Luis Palomino a quasi 30 anni comincia a farsi notare. Quasi del tutto anonimo nelle passate esperienze europee di Metz e Ludogoretz, il difensore argentino sta contribuendo a scrivere la Storia dell’Atalanta e forse gli rimane qualcosa anche per sé.
Gioca sempre ad alta intensità, cerca l’anticipo, bravo nell’uno contro uno ed ha un piede educatissimo. Tutto ciò che serve per ambientarsi bene nel campetto piccolo e ribaltare l’azione da difensiva ad offensiva nella frenesia del calcio a 5!
Con i suoi interventi decisi ma non cattivi (chiedere ad Aguero e Gabriel Jesus) mi assicura anche una tenuta disciplinare tranquilla e perciò decido di puntare molto su di lui. Sottovalutato.
Robert Billy:Paolo Maldini – nelle pedine della difesa , non poteva mancare il Paolone nazionale. Personalità, grinta ed eleganza si fondono in uno dei difensori più incredibili della storia del calcio mondiale. Detiene tuttavia il record di presenze in nazionale,della quale per svariati anni ne ha assunto il ruolo di capitano. In lui è riposta la mia fiducia per la guida del reparto difensivo , incredibile colonna nostalgica del calcio italiano.
Spazio a polmoni e fantasia:
Bruno Alecs: Stig Tofting – ovvero una clamorosa aggiunta di stamina e di carattere per non trovarsi impreparati nel caso che si accenda qualche mischia. Forse il motivo del suo temperamento da duro in campo è riconducibile allo shock con cui convive da quando perse entrambe i genitori.
La corsa felice verso casa per comunicargli che il giorno dopo esordiva con l’Aarhus nella finale di coppa danese. La macabra scoperta dell’omicidio- suicidio. Il padre poco prima aveva ucciso la moglie prima di suicidarsi. Il giorno dopo gioca. Vincono la finale e lui è il migliore in campo. Stig trova proprio nel calcio la forza per andare avanti, di circoscrivere quella rabbia che sembra sempre accompagnarlo durante le tappe della sua carriera.
Tutto grinta e polmoni mi sembra l’uomo giusto per dare equilibrio alla mia squadra. E, dove non arriva la tecnica, sono sicuro che farà sentire il suo peso e la sua faccia da bullo farà il resto. Fascia da capitano per lui e non solo per l’età.
Robert Billy: Edgar Davids – Soprannominato “il Pitbull” per il suo agonismo e l’aggressività mostrata in campo. Nasce in Suriname ( ex colonia olandese), poi si trasferirà con la famiglia a nord di Amsterdam. Come i vari Seedorf , Kluivert sceglierà di far parte della nazionale dei tulipani con la quale collezionerà ben 74 presenze tra il 1994 e il 2005. Negli anni alla Juventus un glaucoma lo costringerà ad un operazione agli occhi. Costretto ad indossare occhiali protettivi durante le gare che ne diverranno presto il suo simbolo distintivo rimarcando tuttavia il suo spirito da vero guerriero del centrocampo.
Bruno Alecs: E’ la notte del 9 dicembre 2018 e Gonzalo “El Pity” Martinez ha appena realizzato il gol che vale la Coppa Libertadores per il River Plate nella controversa finale contro il Boca giocata in campo neutro a Madrid per i noti fatti cronaca accaduti a Buenos Aires. A 25 anni è nel pieno della sua maturità fisica e calcistica e mentre i club europei cominciano a pensare di investire su di lui, fa invece una scelta controcorrente accettando i dollari e la poca gloria della MLS Americana per la Franchigia di Atlanta.
Abbina velocità, tecnica, visione di gioco e senso del gol. E’ la trasformazione in chiave moderna del classico enganche argentino che lega i reparti. Fa cose che pochi calciatori argentini della sua generazione riescono a fare. Si muove altresì benissimo nello stretto ed è dunque perfetto per caratteristiche e personalità per la mia squadra di calcetto.
Robert Billy: Francesco “Ciccio” Cozza – giocatore amato/odiato dal pubblico. E’ una bandiera nostalgica della reggina, essendo stato il protagonista degli anni più belli, della storia della società calabrese. Un giocatore ,caratterialmente parlando, un po’controverso che ha amato i colori amaranto fin da sempre. Il Granillo lo ha visto esordire, partire e poi ritornare. Per far risorgere la sua Reggina naturalmente, quando le cose non andavano del tutto bene. Le due incredibili magie, la prima alla “Del Piero“siglata al Brescia e la seconda a Torino, nella giornata dello storico accesso tra i maghi del pallone italiano. Caro Ciccio Benvenuto in rosa!
Bruno Alecs: German Denis detto “El Tanque” è l’uomo giusto che porta in dote una valanga di gol. Se è vero che nel gioco del calcetto si stravolgono le logiche del più forte rispetto al calcio a 11, i movimenti sgraziati e concreti di German mi danno garanzia di massimizzare la mole del gioco d’attacco.
Da lui mi aspetto che riesca a fare tutto quello che il classico campione del gioco a 11 non riesce a fare su un campo a 5. Compresi i tiri di punta dritto per dritto che a questo gioco sono un fondamentale micidiale. A 38 anni segna ancora grappoli di gol nella nostra serie C, dove è il terminale d’attacco di una Reggina che insieme a Barcellona e Liverpool rimangono sorprendentemente imbattute in Europa . Porta esperienza, fisico e soprattutto mi ha promesso una scorta di alfajores argentini al duce de leche. Top.
Robert Billy: Stefan Schwoch -Di origini tedesco- polacche da parte di padre , come di fatto testimonia il cognome. Bandiera del Vicenza , se sei un vero nostalgico non puoi dimenticarti di lui. Fiuto del gol e tempismo lo rendono un vero e proprio “falco da area di rigore”. Anche lui merita un posto nella lista dei convocati!
Bruno Alecs: Mario Balotelli ha tutto per sfondare nel calcio a 5. Ha carisma, sfrontatezza e tende a bullizzare i suoi avversari, proprio quello che ci vuole contro la corazzata di Robert Billy. A neanche 30 anni Super Mario ha già avuto diverse esperienze e svariate etichette.
E’ partito dall’Inter quando era considerato un Enfant Prodige del nostro calcio fino ad arrivare alla normalità della provincia italiana in quel di Brescia, passando anche dall’essere un eroe nazionale quando affondava la Germania ad Euro 2012 . Ma niente è normale per Mario Balotelli.
Una carriera passata a cercare se stesso e lampi di eleganza calcistica che ogni tanto ne hanno alimentato il mito. Non ha mai dato l’idea di lavorare sodo, anzi piuttosto l’idea che ci ha trasmesso è quella di aver lasciato inespresso gran parte del suo talento.
Lo convoco perché in serate come questa so che ci farà divertire sia dentro che fuori dal campo.
Robert Billy: Domenico “Mimmo”Morfeo – talento e classe cristallina lo rendono un giocatore estremamente imprevedibile, uno di quelli che vorresti sempre avere in squadra perché uno come Mimmo le partite le risolve da solo, anche se si tratta di una gara di calcio a 5. . Piedino fatato , sterzate improvvise e lampi di genio. Il classico trequartista che ai tempi odierni non si vede più. Uno di quei giocatori che imprescindibilmente non può concepire un calcio vincolato da schemi e ingabbiato da tatticismi. Con lui si gioca per divertirsi e far divertire, per il gusto estetico di interpretarlo attraverso la piena libertà di espressione . Passione , fantasia e poi ancora passione. Benvenuto in rosa Mimmo.
In realtà, anche se nessuno lo ammette, questa partita è una sorta di resa dei conti.
Il vincitore potrà vantarsi di aver un occhio ed un’ interpretazione clinica impeccabile nella lettura delle caratteristiche di coloro che solitamente ci affascinano come calciatori professionisti.
Per una volta questi atleti saranno con noi, anzi saranno la nostra ideologia calcistica applicata ad un campo di calcio a 5. La difficoltà è proprio contestualizzare un giocatore di calcio alle diverse soluzioni tecniche e tattiche ridotte degli schemi a 5. Tradotto in italiano vuol dire che non sempre chi è un campione in una disciplina lo è necessariamente in una diversa benché molto simile.
La Redazione.