Che fine ha fatto il “chievo dei miracoli” ?

INTRODUZIONE.

All’ incirca 20 anni fa. Sembra un tempo lontanissimo, quasi dimenticato,  ma forse non da tutti.
Marazzina,  D’Anna , Eriberto (o Luciano), Corini , Corradi , Manfredini sono solo alcuni nomi emblematici che ci riportano indietro nel tempo, ad un  miracolo di quartiere che ha pochi eguali. Per chi ha vissuto naturalmente l’epopea del ChievoVerona, e’ praticamente impossibile dimenticare quella storica formazione, impressa in modo granitico nella memoria degli appassionati.

GLI ESORDI.

Era il 26 agosto del 2001, quando una matricola proveniente da un quartiere veronese fece il suo esordio nel calcio che conta. E non poteva esserci palcoscenico migliore , se non quello della cornice di Firenze all’ ARTEMIO FRANCHI. 
Grande affiatamento, profilo umile e tanto cuore. Questi sono i principali ingredienti della squadra , proveniente dalla cavalcata che li ha visti trovare la promozione nel torneo 2000-01.  Il Chievo Verona, affacciatosi tra le nobili del calcio soltanto sette anni prima, nell’estate del 1994, ha accresciuto le sue velleità in maniera graduale e costante, andando di pari passo con quelle del presidente Luca Campedelli, che è riuscito a far crescere l ‘impresa di famiglia e mira in alto con il suo ” giocattolino” giallo/blu .

LUIGI DELNERI DETTO ” GIGI”.

Il timoniere e’ un friulano doc , pragmatico,  dedito al lavoro costante , il cui accento per chi sta dall’altro lato dei  micrfoni resta un rebus da snocciolare piano piano. D’altronde, i “miracoli” non si generano dal nulla. È la filosofia di Luigi Delneri, che tutti, però, chiamano Gigi.
Viene da Aquileia, in provincia di Udine, ma il Pino Zaccheria di Foggia è stato la sua seconda casa, almeno per quanto riguarda la carriera da giocatore. Due promozioni in A conquistate sul campo , di cui una con la sua Udinese. Beh sul rettangolo ha sempre dimostrato di saperci fare , e anche dopo aver appeso gli scarpini al chiodo,  la filosofía non cambia.
Allena Ravenna, Nocerina e Ternana raggiungendo con gli umbri una doppia e  storica promozione , dalla C2 alla B. L’ Empoli allora , non tarda a mettergli gli occhi addosso e affidargli la panchina nell’estate del 1998. Esperienza che però si rivelera’ solo una piccola parentesi.  Terminata la preparazione, Gigi abbandona la barca a causa di eclatanti dissidi ed incomprensioni con giocatori e dirigenza, che non appoggiava del tutto le sue teoríe calcistiche.
Ecco che qua probabilmente entra in gioco il destino e la fortuna di DELNERI , che riceve a sorpresa la chiamata del presidente Campedelli, del tutto deciso a scommetere su di lui .

PROMOZIONE E NUOVI ARRIVI.

Luca Campedelli , aziendalista  imprenditore e principale azionista dell’azienda dolciaria Paluani , decide che è giusto dare al tecnico una chance per portare i canarini a brillare nel calcio che conta.
D’altro canto Gigi non delude le aspettative e la promozione viene subito centrata. Del resto una frazione di neanche 5000 abitanti che si affaccia incredibilmente alla massima serie, non è un evento che accade tutti i giorni. Metà miracolo e’ compiuto.
Adesso ciò di cui bisogna preoccuparsi e’ cercare di restarci , magari prendendo qualche ” schiaffo” qua e la’ senza però affondare troppo.
Mercato estivo neanche troppo fiorente;  solo qualche piccolo innesto e qualche vecchia conoscenza . Fra i pali c’è Lupatelli, promessa mai definitivamente esplosa alla Roma; c’è Perrotta che si è fatto notare a Bari con Fascetti dopo aver vissuto due anni alla Juventus, guardando i compagni di squadra perlopiù dalla panchina o dalla tribuna; in attacco torna Marazzina che ha fatto vedere belle cose con la Reggina l’anno precedente e che conosce benissimo l’ambiente-Chievo per avervi già disputato quattro tornei fra i cadetti.

UN’INTELAIATURA CONSOLIDATA.

Si punta tanto su una base solida,  rimasta integra e composta da giocatori che hanno trovato tra loro il  giusto affiatamento. Capitan D’Angelo è un monumento che ha già collezionato oltre duecento presenze in gialloblù. A centrocampo c’è Corini che detta i tempi e davanti  ci sono Corradi e Cossato che si contendono un posto accanto al titolarissimo Marazzina. Ma il vero punto di forza proviene dagli esterni dove ci sono due frecce nere , che mandano letteralmente in delirio i tifosi scaligeri. Eriberto e Manfredini, sono di fatto due assi nella manica di quel Chievo . Il primo fa parlare di se per  Rapidita’ , dribbling e buon senso del goal mettendo non poco in difficoltà gli avversari sulla fascia destra. Il secondo, ragazzo ivoriano cresciuto in Italia,  vanta un passato nelle giovanili della Juventus ed una lunga gavetta in serie C ( due buoni campionati a Cosenza ed uno a Genoa) , prima di approdare tra i grandi. Delneri individua il suo profilo per affidargli la corsia sinistra e Manfredini vola che è un piacere.

AL FRANCHI L’INIZIO DI UNA STAGIONE DA INCORNICIARE.

Forte di un gruppo ben amalgamato, il Chievo fa il suo esordio in serie A,  una giornata di venti anni fa, al cospetto di una grande come la Fiorentina. La società viola tuttavia sta attraversando non uno dei migliori momenti , ma i giocatori sono di tutto rispetto : Nuno Gomes, Chiesa, Di Livio e Cois per citarne alcuni.
La partita, giocata su alti ritmi dagli uomini di del NERI, davanti agli occhi sconcertati dei tifosi viola,  li vedrà uscire trionfanti al triplice fischio con reti di Perrotta e Marazzina.
In molti si affidano al “caso ” cercando spiegazioni dietro ad un risultato a dir poco sorprendente. Ma non e’ un fuoco di paglia e neanche un colpo di fortuna. Il Chievo macina buon gioco , senza badare al nome e alla caratura dell’ avversario ( Juventus,  Inter,  Milan) ,continuando a stupire mentre strizza l’occhio allo spettacolo. Per lunghi tratti del campionato, gli scaligeri occupano le primissime posizioni della graduatoria, sfiorando addirittura il titolo di campioni d’inverno e ammutolendo al proprio cospetto tutte le cosiddette “grandi”. Nelle battute finali del campionato , addirittura si rivelano  una delle pretendenti alla lotta scudetto, dando una mezza spallata all’ inter di Cuper, alla quale sottraggono quattro punti sui sei a disposizione. La storia e’ già scritta. Il sogno che sembrava lontano e’ finalmente diventato realtà.

LA FINE DI UNA FAVOLA.

Nonostante la tragica scomparsa di Mayele’ , nel mese di marzo il gruppo ha saputo restare unito arrivando a toccare la vetta piu alta della montagna. L’ anno successivo non si ripetera’. Di fatto i giornalisti lo definiranno ” il miracolo di ChievoVerona” sulle prime pagine dei quotidiani sportivi.
Si perché forse e’ durato tutto un attimo.  A tratti e’ sembrato davvero un bellissimo sogno, dal quale era difficile svegliarsi.
Quella favola nata in pochi anni e svanita in un battito di ciglia.
Una storia sentimentale, autentica che è finita sotto la pelle e dentro il cuore di molti appassionati di calcio. Una di quelle che va al di là dei colori sociali, delle tifoserie,  e risuona ancora come le parole di una romantica ed incompiuta canzone d’amore.