Il calcio nelle Favelas: Inseguendo un sogno tra degrado e povertà.

 

Immagine correlataLe favelas sono luoghi misteriosi. Talvolta è  fin troppo rischioso addentrarvisi specialmente se non si è del posto. Enormi baraccopoli che sorgono generalmente ai confini periferici delle maggiori città. Abitazioni improvvisate spesso composte da scarti di immondizia e coperture in Eternit. Inutile dirvi che in luoghi come questi , criminalità e degrado convivono insieme ormai da anni. La maggior parte delle attuali favelas crebbe negli anni settanta, quando il boom dell’edilizia dei quartieri più ricchi spinse un gran numero di lavoratori ad una sorta di esodo dagli stati più poveri del Brasile verso Rio de Janeiro in cerca di fortuna. Vasti allagamenti nelle aree povere a bassa quota di Rio contribuirono inoltre a far muovere la gente verso le favelas, le quali si trovano sui versanti collinari della città.

Nonostante tutto ciò , fin da sempre all’interno di queste si nascondono sogni troppo grandi, così si sogna in grande fin da piccoli. Ci sono milioni di bambini che ogni giorno prendono a calci una palla fatta di stracci imitando il loro idolo: Ronaldinho, Rivaldo, Ronaldo con la speranza di poter calcare in un tempo futuro lontano gli stessi palcoscenici di questi campioni.  Si grida ” Goooooooooooooooll ” con la vocale ” O” che sembra non finire mai, quando il pallone varca la linea di quella porta sgangherata e spesso fatta coi panni che si avevano addosso. Si gioca per strada , nei vicoli , per di più scalzi . Poco importa se sui piedi , al calare della sera si portano  i segni di  una giornata intera trascorsa ad inseguire un  pallone.  O forse meglio dire un sogno e  solo Dio , come al solito, sa veramente chi è il  predestinato a sbarcare tra i grandi.

Il calcio giocato nelle favelas resta fin da sempre un calcio di passione e speranza. Passione perché  il futebol, cosi lo chiamano in  Brasile,  è sport nazionale e davvero si prende a calci qualunque cosa abbia il potere di rotolare (lattine, cenci avvinghiati assieme) . Beh il calcio trova in questi quartieri la sua massima espressione, basta percorrere le strade di una qualsiasi favela per addentrarsi in  gruppi di bambini che da mattina a sera corrono dietro ad una palla. Speranza perché attraverso il calcio in qualche modo si cerca di dare una svolta al proprio futuro ,  lasciandosi alle spalle un’infanzia piena di dolore e sofferenza.

Per altri invece il calcio , nel contesto favelas, resta una semplice via di fuga da criminalità, delinquenza , spaccio di stupefacenti, una vera e propria medicina per coloro i quali la vita ha deciso di sottrarre  da un futuro buio confinato dietro alle sbarre di una prigione.

Si gioca per divertirsi ma allo stesso tempo c’è tanta voglia di mettersi in luce. Campetti stretti, spazi ridotti spesso consumati,  permettono ai giovani ragazzetti di affinare l’aspetto tecnico a tal punto da sopperire quasi totalmente a quello fisico. Non a caso i più grandi campioni brasiliani quali  Ronaldinho, Ronaldo , Romario erano dotati di estrema sensibilità e tecnica sopraffina .Tutti e tre hanno iniziato a dare i loro primi calci proprio nelle favelas , esattamente in quei campetti dove ogni bambino , spera che un giorno qualche buon Dio del calcio , passando di lì , lo porti in alto tra i grandi.

E’ davvero incredibile pensare come in luoghi simili si riesca ad emergere. E’ un po’ come restare appesi ad un filo , in bilico tra la voglia di non guardare in basso per paura di cadere e la volontà di continuare a sognare restando li appesi. Il calcio delle favelas non è altro che la triste medaglia di questo sport. A distanza di anni le cose non sono cambiate  e di generazione in generazione si continua ad inseguire nei campetti trasandati di periferia quel’oggetto sferico ( se si ha la fortuna di possederne uno) cercando un sorriso  nell’avvenire .

Perché il calcio è universale, non ha una storia con un inizio e una fine. È un po’ come l’amore: è di tutti e di nessuno; c’è sempre stato e ci sarà sempre.
Spesso ci dimentichiamo che bisognerebbe “pensare” al calcio nel suo significato più profondo, più vero: quello della passione che prevale sugli interessi, quello di un bambino che raccoglie la palla sotto una macchina o dietro un cespuglio.

Il calcio nelle favelas è una una vera e propria fabbrica di sogni. Giorno e notte dentro ogni bimbo si nascondono sogni e speranze incredibili ;  inseguendo un pallone, prendendo a calci una pallina da tennis, una qualsiasi lattina vuota o più semplicemente una palla artigianale fatta di stracci. Perché  in fondo in fondo non importa dove e tanto meno cosa ma:

Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada, lì ricomincia la storia del calcio” . ( J.L.B)

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